ANDREA BONZI - CONSULENTE ORGANARIO

ALLA RICERCA DI UNA DEFINIZIONE - COS'E' L'ORGANO

Con il termine "organo" si intende nel linguaggio comune qualsiasi strumento dotato di tastiera e dal suono fisso e statico, connesso generalmente a un certo tipo di "atmosfera" vagamente chiesastica. Nella produzione cinematografica, poi, è diventato ormai tradizionale il luogo comune che associa l'imponente sonorità dell'organo - presentata in modo caricaturale - a situazioni e personaggi di cui si vuol rendere la grottesca malvagità. Ci permettiamo a questo proposito alcune considerazioni introduttive.


INTRODUZIONE - ÉCRASEZ VOLTAIRE L'INFAME


François-Marie Arouet, detto Voltaire E' nostra convinzione che un tale luogo comune sia - come tanti altri in campo artistico - un lontano retaggio delle distorsioni con cui la decadente cultura europea tardo-ottocentesca guardava a tutto ciò che era di pertinenza ecclesiastica; realtà rispetto alle quali i pensatori positivisti favorivano e mantenevano nel popolo una ignoranza che rendeva facile la costruzione di miti, leggende e luoghi comuni costruiti e propagandati con lo scopo dichiarato della sistematica demolizione di tutte le forme espressive proprie del cristianesimo e dell'ambito ecclesiaastico. Si pensi al canto gregoriano, alla grande arte romanica e gotica, per tacere della letteratura e della filosofia medioevali su cui ancora oggi grava una pesantissima e radicata cappa di pregiudizi che costituiscono la retroguardia della vecchia visione illuministica di quei secoli.
Visione inaugurata e sistematizzata da un punto di vista metodologico da un personaggio del calibro di Voltaire; e basata fondamentalmente sulla sostituzione della realtà - così come ancora oggi emerge dalle fonti storiche - con una superficiale e grottesca presa in giro volta a screditarla, con un sicuro effetto sulle masse.

Con questo metodo, da almeno due secoli e mezzo, viene trattato - oltre al resto - tutto l'enorme bagaglio culturale maturato nell'ambito dell'Europa cristiana; in particolare tutte le espressioni dell'ambito ecclesiastico "ufficiale", in ciò che hanno di pubblicamente rilevante. Compresa la liturgia, il canto liturgico e naturalmente la musica organistica e l'organo, divenuto anch'esso sempre più sconosciuto al comune sentire del popolo. E, come dicevamo, nell'ignoranza è facile spacciare per verità qualsiasi menzogna.


ALLA RICERCA DI UNA DEFINIZIONE


Questa piccola digressione ci consente di capire facilmente una delle principali ragioni per cui, se conducessimo una rapida indagine tra amici e conoscenti, anche musicisti, ci renderemmo facilmente conto della vaghezza del termine "organo", difficilmente associato ad una realtà univoca e facilmente identificabile come può essere ad esempio per il violino, il flauto traverso, il pianoforte; e assai frequentemente oggetto di confusione tra strumenti che, a parte l'avere in comune una serie di tasti bianchi e neri, si basano su princìpi di produzione del suono totalmente diversi (organi elettronici e tastiere varie, harmonium, addirittura il pianoforte).
In letteratura si trova sovente la specificazione "organo a canne" come tentativo di distinguerlo da altri strumenti che ne condividono alcuni fattori (dalla staticità del suono fino ad una realistica imitazione ottenuta tramite campionamento audio e software adeguato) ma non l'esclusivo principio tecnico-acustico di generazione del suono.
Alla ricerca di una definizione che ci permetta di identificare in modo univoco e pertinente il nostro strumento è utile muovere i primi passi ripercorrendo in modo semplice ed intuitivo l'idea da cui esso trae origine.
Il termine "organo" suona in greco "tò organon": senza addentrarci in questioni linguistiche possiamo dire che esso indica, riguardo gli strumenti musicali, la possibilità che una sola persona possa suonarne contemporaneamente più di uno. Si tratta, come si vede, di un'idea piuttosto generica: al lettore attento non sfuggirà che - come avremo modo di approfondire - uno strumento musicale basato su questo principio, a differenza di altri le cui caratteristiche sono ben definite (un violino ha sempre una ben definita forma e misura, come un flauto traverso o una tromba), potrà avere caratteristiche assai variabili: si tratta, in pratica, della riunione di più strumenti distinti che possono essere comandati da un singolo esecutore, senza limiti prefissati riguardo al loro numero e tipologia.

Un antenato di questo concetto può essere trovato nel flauto di Pan: che anzichè essere costituito da un solo tubo munito di fori da otturare con le dita è composto da tanti tubi di varia lunghezza, ognuno capace di dare una sola nota, riuniti insieme; oppure i primitivi modelli di arpa o cetra, in cui analogamente ogni corda produce una e una sola nota. In questi strumenti, però, le possibilità di esecuzione musicale sono pur sempre limitate a dimensioni e numeri direttamente gestibili dal musicista; nel caso del flauto di Pan, inoltre, è ovviamente possibile far risuonare un solo tubo per volta.

Nella pratica il primo a costruire una macchina che permettesse ad una persona di suonare contemporaneamente più strumenti fu il "meccanico" greco Ctesibio - oggi lo si definirebbe un ingegnere o un inventore: vissuto ad Alessandria d'Egitto nel III secolo avanti Cristo egli fu acuto scienziato e brillante ideatore di applicazioni meccaniche sorprendenti per la sua epoca. Tra queste un congegno capace di alimentare 19 "aulòi" (l'aulos era una sorta di oboe in uso presso gli antichi Greci) mediante aria compressa da stantuffi; ognuno di questi strumenti emetteva una sola nota e l'accesso dell'aria compressa era regolato da valvole che potevano essere manovrate da un singolo esecutore tramite una fila di bacchette molto simili ad una tastiera.

Noi chiameremo semplicemente "organo" quello strumento in cui il suono è generato dalla vibrazione della colonna d'aria contenuta in canne alimentate da mantici e controllate da tastiere.
Data questa definizione generale possiamo dettagliare gli altri fattori di cui alcuni, pur nati con l'organo, sono stati poi estesi ad altri strumenti musicali, sintetizzandoli di seguito:

  • una o più tastiere; in caso siano più di una si trovano sovrapposte a gradinata;
  • spesso (ma non necessariamente) una pedaliera, cioè una vera e propria tastiera da usare con i piedi;
  • almeno una fila di canne in numero pari a quello delle note della tastiera e/o della pedaliera: il suono è prodotto dalla vibrazione della colonna d'aria contenuta in ogni singola canna, che può produrre una e una sola nota e che corrisponde quindi a un tasto;
  • gli apparati necessari per fornire aria compressa (genericamente detti "manticeria") e distribuirla alle canne ("somieri") secondo i comandi dati dalle dita dell'organista ("trasmissioni");
  • gli apparati necessari per permettere al musicista il controllo dello strumento, di cui tastiere e pedaliera fanno parte e che si trovano riuniti in un mobile detto "consolle".
  • Nelle prossime pagine ci soffermeremo dettagliatamente su ognuno di questi elementi.

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