Concerto del coro "Amici Cantores" diretti da Stefano Torelli, con la partecipazione di Andrea Bonzi all'organo Antegnati-Serassi-Sgritta.
L'Ufficio della Settimana Santa (Officium Hebdomadae Sanctae) di Tomas Luis de Victoria rappresenta una vetta difficilmente eguagliabile, non soltanto per la assoluta padronanza della polifonia vocale ma anche - e soprattutto - per una profonda immedesimazione con la stessa Liturgia, da cui la sontuosa veste polifonica prende ispirazione fino ad arrivare a livelli tra i più alti dell'intera produzione musicale che la nostra cultura europea abbia mai prodotto.
Il presente concerto propone i brani in polifonia relativi alll'ufficiatura del Sabato Santo: vengono eseguite le Letture del I Notturno (con testi dalle Lamentazioni del profeta Geremia) e i Responsori del II e III Notturno, omettendo la salmodia ed intervallando i brani di ogni Notturno con fantasie organistiche (per le quali è stata usata la melodia dell'inno Vexilla Regis prodeunt "more hispano" già utilizzata da de Victoria nell'Ufficio del Venerdì Santo).
A chiusura del programma è stato scelto il corale "Ach grosserr König", nella versione inserita da J. S. Bach nella Passione secondo Giovanni.
Nel proporre la registrazione live diamo testi e traduzioni di ogni brano vocale, allo scopo di favorire una piena percezione dello spessore dell'opera di de Victoria in tutte le sue dimensioni.
HETH. Misericordiae Domini quia non sumus consumpti: quia non defecerunt miserationes eius.
TETH. Bonum est viro cum portaverit iugum ab adulescentia sua.
Jerusalem, Jerusalem, convertere ad Dominum Deum tuum!
Heth. Per misericordia di Dio non siamo stati annientati, la sua compassione non è venuta meno.
Teth. È cosa buona per un uomo l'aver portato il gioco fin dalla sua giovinezza.
Gerusalemme, Gerusalemme,
convertiti al Signore tuo Dio!
ALEPH. Quomodo obscuratum est aurum, mutatum est color optimus! Dispersi sunt lapides sanctuari in capite omnium platearum.
BETH. Filii Sion incliti et amicti auro primo, quomodo reputati sunt in vasa testea, opus manuum figuli!
Aleph. Come si è opacizzato l'oro, com'è cambiato il suo bellissimo colore! Le pietre preziose del santuario sono state sparpagliate sulle piazze.
Beth. I gloriosi figli di Sion, un tempo rivestiti d'oro, ora valgono quanto un vaso di coccio, uscito dalle mani di un vasaio!
Gerusalemme, Gerusalemme,
convertiti al Signore tuo Dio!
Incipit Oratio Hieremiae Prophetae.
Recordare Domine quid acciderit nobis: intuere, et respice opprobium nostrum.
Haereditas nostra versa est ad alienos: domus nostrae ad extraneos. Pupilli facti sumus absque patre, matres nostrae quasi viduae.
Aquam nostram pecunia bibimus: ligna nostra pretio comparavimus. Cervicibus nostris minabamur, lassis non dabatur requies.
Jerusalem, Jerusalem, convertere ad Dominum Deum tuum!
Inizia la preghiera del profeta Geremia.
Ricorda, Signore, quanto ci è accaduto: guarda, e vedi la nostra vergogna.
La nostra eredità è finita in mano altrui, le nostre case ad estranei. Eccoci orfani di padre, le nostre madri come vedove.
Dobbiamo pagare per bere la nostra acqua, abbiamo dovuto pagare la nostra stessa legna. Ci hanno schiacciato la testa,
non è stata data requie alla nostra fatica.
Gerusalemme, Gerusalemme,
convertiti al Signore tuo Dio!
Recessit pastor noster, fons aquæ vivæ, ad cujus transitum sol obscuratus est.* Nam et ille captus est, qui captivum tenebat primum hominem. Hodie portas mortis et seras pariter Salvator noster disrupit.
Destruxit quidem claustra inferni, et subvertit potentias diaboli.
* Nam et ille captus est.
Se n'è andato il nostro pastore, fonte d'acqua viva, alla cui morte il sole si è oscurato,* ed è stato imprigionato colui che teneva prigioniero il primo uomo. Oggi il nostro Salvatore ha rotto insieme le porte e le serrature della morte.
Infatti ha distrutto le porte dell'inferno e ha abbattuto la potenza del diavolo,
* ed è stato imprigionato...
O vos omnes, qui transitis per viam, attendite, et videte * si est dolor similis sicut dolor meus.
Attendite, universi populi, et videte dolorem meum.
* si est dolor similis sicut dolor meus.
O voi tutti che passate per la via, guardate qui e vedete * se c'è un dolore simile al mio dolore.
Guardate, popoli tutti,
e vedete il mio dolore,
* se c'è un dolore...
Ecce quomodo moritur justus, et nemo percipit corde: et viri justi tolluntur, et nemo considerat; a facie iniquitatis sublatus est iustus. * Et erit in pace memoria ejus.
Tamquam agnus coram tondente se obmutuit, et non aperuit os suum : de angustia, et de judicio sublatus est.
* Et erit in pace memoria ejus.
Ecce quomodo moritur justus, et nemo percipit corde: et viri justi tolluntur, et nemo considerat; a facie iniquitatis sublatus est iustus * Et erit in pace memoria ejus.
Ecco come muore il giusto, e nessuno se ne accorge in cuor suo, e gli uomini giusti sono eliminati e nessuno vi fa caso. Il giusto è sottratto al confronto con l'iniquità, * e il suo ricordo sarà nella pace.
Come agnello davanti al tosatore ha taciuto e non ha aperto la sua bocca. È stato sottratto all'angoscia e al giudizio
* e il suo ricordo sarà nella pace.
Ecco come muore il giusto, e nessuno se ne accorge in cuor suo, e gli uomini giusti sono eliminati e nessuno vi fa caso. Il giusto è sottratto al confronto con l'iniquità, * e il suo ricordo sarà nella pace.
Astiterunt reges terræ, et principes convenerunt in unum * adversus Dominum et adversus Christum ejus.
Quare fremuerunt gentes, et populi medidati sunt inania ?
* Adversus Dominum...
I re della terra si levarono e i principi si unirono * contro il Signore e contro il suo Cristo.
Perché fremono le nazioni e i progetti dei popoli sono vani?
* Contro il Signore...
Aestimatus sum cum descendentibus in lacum: * factus sum sicut homo sine adjutorio inter mortuos liber.
Posuerunt me in lacu inferiori, in tenebrosis, et in umbra mortis.
* Factus sum...
Sono considerato come disceso nella fossa: * sono diventato come un uomo senza aiuto tra i morti.
Mi gettarono nel fondo della fossa inferiore, nelle tenebre e nell'ombra della morte.
* Sono diventato...
Sepulto Domino, signatum est monumentum, volventes lapidem ad ostium monumenti: * ponentes milites, qui custodirent illum.
Accedentes principes sacerdotum ad Pilatum, petierunt illum:
* ponentes milites, qui custodirent illum.
Sepulto Domino, signatum est monumentum, volventes lapidem ad ostium monumenti: * ponentes milites, qui custodirent illum.
Sepolto il Signore, la tomba venne chiusa facendo rotolare una pietra sulla sua imboccatura, * mettendo dei soldati a custodirlo.
I capi dei sacerdoti andarono da Pilato e lo richiesero,
* mettendo dei soldati a custodirlo.
Sepolto il Signore, la tomba venne chiusa facendo rotolare una pietra sulla sua imboccatura, * mettendo dei soldati a custodirlo.
Ach grosserr König, gross zu allen Zeiten, wie kann ich g'nugsam diese Treu'ausbreiten?
Kein's Menschen Herze mag indess ausdenken, was dir zu schenken
Ich kann's mit meinen Sinnen nicht erreichen, womit doch dein Erbarmen zu vergleichen.
Wie kann ich dir denn deine Liebestaten im Werk erstatten?
Oh, grande re, grande in ogni tempo, come posso proclamare questa tua fedeltà?
Nessun cuore umano può immaginare che cosa ti si possa dare in cambio.
E coi miei sensi non è possibile comprendere come si possa eguagliare la tua misericordia.
Con quali opere potrei mai contraccambiare i tuoi benefici?